Sindrome Feto Alcolica
Campagna di Informazione e Sensibilizzazione sui Rischi connessi al Consumo di Alcol in Gravidanza
Introduzione
La FAS: (Fetal Alcohol Syndrome) Sindrome Feto–Alcolica, rappresenta oggi la principale causa conosciuta di ritardo mentale interamente prevenibile (Stratton et al., 1996). Al vuoto di conoscenze ufficiali e scientifiche sull’esistenza della sindrome, si affianca una serie di conoscenze e credenze errate sulla non dannosità e addirittura sull’utilità del consumo di alcolici durante la gravidanza. Questa mancata conoscenza non si rileva solo nell’ambito della popolazione generale ma anche nei professionisti della salute.
Da un’indagine effettuata dal CRARL nel 2003 su 122 donne in gravidanza intervistate all’interno dell’Istituto di Ginecologia del Policlinico Umberto I a Roma, è risultato che circa il 50% continua a bere bevande alcoliche anche durante la gravidanza ed il 10% beve quantità che possono essere considerate ad alto rischio di provocare danni sul bambino. E solamente una piccola percentuale di donne cambia le proprie abitudini alcoliche durante la gravidanza. Risulta dunque di fondamentale importanza diffondere un’adeguata conoscenza tra gli operatori del settore, che permetta di prevenire comportamenti non salutari durante la gravidanza e di operare interventi capaci di ridurre l’impatto di tale problematica sul singolo e sulla società in genere. Per questo 2013 la SITAC ha ritenuto di proporre un progetto di informazione e prevenzione attuatosi nel corso del 2013.
Obiettivo
La Campagna informativa è stata pensata per divulgare corrette informazioni sulla prevenzione del fenomeno, aumentare le conoscenze, cambiare credenze e atteggiamenti sia degli utenti, sia dei professionisti della salute, in modo da promuovere l’assunzione di stili di comportamento salutari durante la gravidanza, a tutela della salute della madre e del nascituro. Destinatari dell’iniziativa sono stati la popolazione generale; target specifici rappresentati da donne in età fertile e donne in gravidanza; operatori dei consultori, ambulatori di ginecologia e ostetricia delle maggiori Aziende Ospedaliere del Lazio, operatori dei SERT e Servizi Alcologici della Regione Lazio. Obiettivi specifici rispetto al target “donne” sono stati: l’aumento della consapevolezza che il consumo di alcol durante la gravidanza nuoce al proprio bambino; l’aumento della probabilità che chi ha consumi a rischio durante la gravidanza modifichi il proprio bere. Gli obiettivi specifici rispetto al target “operatori del settore” sono: l’inclusione del consumo di bevande alcoliche tra le raccomandazioni date alle pazienti sullo stile di vita da seguire durante la gravidanza; l’aumento della capacità di individuazione delle donne che presentano consumi a rischio.
Materiali e metodi
Il progetto ha preso l’avvio con lo studio del materiale di prevenzione e la ricerca ed il coinvolgimento dei volontari. Con riferimento agli obiettivi le attività della campagna sono state declinate su due direttive principali: quella informativa, destinata alle donne; quella di sensibilizzazione/formazione destinata, agli operatori. La campagna informativa prevede la distribuzione su tutto il territorio della Regione Lazio di:
manifesti di sensibilizzazione ai rischi connessi al consumo di alcol in gravidanza; opuscoli contenenti informazioni sulla Sindrome feto-alcolica, un test di screening autosomministrabile per l’individuazione dei consumi ad alto rischio, informazioni sulle strutture cui rivolgersi nel caso in cui si voglia modificare il proprio stile di vita. L’affissione dei manifesti e la distribuzione degli opuscoli è avvenuta nei seguenti luoghi-chiave: nei Consultori Familiari (N. 160); nei Servizi di Ginecologia e Ostetricia delle 10 maggiori Aziende Ospedaliere del Lazio; nei Sert e Servizi Alcologici (N. 55).
I volontari sono stati preparati da un formatore con un corso di 3 ore al mese 27 ore totali, in cui hanno potuto conoscere il materiale, acquisire informazione sui servizi dove avrebbero portato lo stesso, potranno avere la mappa dei servizi, pianificando anche l’agenda di distribuzione e partecipazione. Sono stati previsti rimborsi viaggio e buoni pasto per l’impegno dei volontari.
Relativamente alla sensibilizzazione/formazione degli operatori, questa azione è stata declinata nell’organizzazione di una giornata seminariale di formazione rivolta al personale operante nei Servizi dove è stato distribuito il materiale informativo (brochure, volantini e poster), e dove sono stati approfonditi i seguenti contenuti: presentazione dell’iniziativa e condivisione delle finalità e metodologie della campagna di informazione; caratteristiche della Sindrome Feto-Alcolica; Markers biochimici dell’abuso di alcol; utilizzo degli strumenti di screening in gravidanza; la comunicazione operatore-paziente; conoscenza della rete attivabile a sostegno delle situazioni di rischio individuate. Il corso è stato realizzato sotto forma di ECM, per favorire la partecipazione e accreditato per: Ginecologi, Pediatri, Pediatri libera scelta, Osteriche, Psicologi, Assistenti Sociali. La giornata è stata svolta con il supporto di una società di organizzazione eventi scientifici.
A completamento delle attività è stato prodotto un DVD contenente informazioni a carattere scientifico sulla FASD, destinato al personale operante nelle strutture coinvolte, di supporto alla giornata seminariale. Il DVD è stato realizzato grazie alla consulenza volontaria di professionisti esperti nel settore, operanti all’interno del Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio e/o del Policlinico Umberto I di Roma, che hanno collaborato alla stesura della “sceneggiatura” e si sono prestati ad essere intervistati sul tema della sindrome feto-alcolica, e con la collaborazione e l’autorizzazione del Policlinico Umberto I ad effettuare le riprese al suo interno. Sul progetto sono stati attivi, come personale esterno alla SITAC, una unità per la segreteria e un formatore (corso di formazione e focus group), più trenta volontari reclutati nell’ambito delle attività SITAC.
Risultati e conclusioni
Alla fine del progetto è possibile affermare che è stata realizzata un’ampia disseminazione sul territorio regionale di informazioni sui rischi connessi al consumo di alcol in gravidanza. Al contempo si è realizzata la sensibilizzazione, nonché formazione, degli operatori del settore. La giornata seminariale inoltre è stata l’occasione per dare avvio ad un progetto di collaborazione, regolato da formale protocollo d’intesa tra ASL e Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio, con la ASL RMD, i cui operatori e dirigenti si sono dimostrati molto sensibili alle tematiche trattate. In seguito a tale collaborazione è stato programmato un nuovo corso ECM Aziendale.
Nello specifico, sono stati realizzati un pieghevole ed un poster contenenti informazioni sui rischi connessi al consumo di alcol in gravidanza, destinati alle donne che frequentano i consultori e gli ambulatori ostetrici degli Ospedali della Regione Lazio. Il volantino ed il poster sono stati realizzati progettati tenendo conto delle indicazioni presenti nella letteratura scientifica sulla modifica degli stili di vita e sulla persuasione. Ci si è riferiti in particolar modo alla Teoria del Comportamento Pianificato (Theory of Planned Behavior, TPB) e a quelle cosiddette del Doppio Processo. Sono stati distribuiti in tutto 1.500 pieghevoli e 175 manifesti. Inoltre i DVD realizzati ammontano a 270 copie.
La giornata seminariale, ha visto la partecipazione di 46 professionisti del territorio, e si è svolta il 26 settembre 2013, nella Sala Consiglio “Caduti di Forte Bravetta” del Municipio XII (ex XVI) in via Fabiola 14 a Roma.